Centro Fisiomass - via S.Antonio Gianelli,19 - Fabiano Basso - La Spezia

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Lo Studio Associato M&M Fisiomass

M&M Fisiomass opera a La Spezia come centro di riabilitazione, massoterapia e fisioterapia; il centro dispone di una palestra attrezzata e di ambienti adatti all'attività di riabilitazione dotati di strumentazioni ed apparecchiature specifiche per le varie terapie, pienamente rispondenti alle necessità dell’utenza ed alle diverse tipologie di attività che garantiscono uno svolgimento sicuro, efficace ed efficiente.

Per appuntamenti tel: 0187.73.41.62 - 328.93.42.902 - 349.58.32.532 - fax: 0187.73.41.62

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Le Terapie

Una panoramica delle terapie e dei trattamenti effettuati presso il Centro Fisiomass: Laser CO2, Riabilitazione, TECAR, Magnetoterapia, TENS, Massoterapia, Linfodrenaggio, Ultrasuoni e Onde d'urto .




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Le Patologie

Una panoramica di alcune delle principali patologie o problematiche sulle quale possiamo intervenire: Pubalgia, Osteoartrite, Distorsioni, Epifisi del Femore, Colpo di Frusta, Protesi Ginocchio, La Spalla, Meniscectomia, Fibrolisi diacutanea e Cellulite.




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Analisi del Cammino - Check-Up Piedi e Postura


Mal di Piedi? Disordini Posturali? Gonfiore e Circolazione Difficile? Faciti, Tendiniti, Metatarsalgie?
Analisi del Cammino (Baropodometria computerizzata in statica e dinamica), Stabilometria Posturale, Esame Obiettivo di Piedi e Arti Inferiori, Valutazione Posturale e Propriocettiva, Test Mirati.

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Visite di Medicina Fisica e Riabilitativa


Trattamento di disabilità causata dalle diverse affezioni patologiche e/o dal dolore e con competenze specifiche in ambito neuromuscolare, osteoarticolare, cognitivo-relazionale, biomeccanico-ergonomico e psicologico.


Per appuntamenti tel: 0187.73.41.62 - 328.93.42.902 - 349.58.32.532 - fax: 0187.73.41.62

Riabilitazione Massoterapia Fisioterapia - La Spezia

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I trattamenti fisioterapici e massoterapici si effettuano, previo appuntamento, solo dietro presentazione di prescrizione medica. (Secondo quanto previsto dal D.M. del Ministero della Salute 14 settembre 1994, n. 741 e successive modificazioni).

M&M Fisiomass è uno Studio Associato Autorizzazione prot.245/1 del 13/01/2015 ASL 5 Spezzino.

Il Centro Fisiomass

Il Centro Fisiomass è uno Studio Associato autorizzato dall'ASL di competenza e rispetta tutte le norme di accessibilità, igiene, manutenzione, sicurezza, pubblicitarie ecc.

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Team

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Ingresso del Centro

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Accoglienza Pazienti

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Sala d'attesa

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Studio Medico

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Sala Terapia 1

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Sala Terapia 2

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Sala Terapia 3

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Corridoio Sale Terapia

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Sala Terapia 4

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Palestra

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Sala Terapia 5

I trattamenti fisioterapici e massoterapici si effettuano, previo appuntamento,
solo dietro presentazione di prescrizione medica.

(Come previsto dal D.M. del Ministero della sanità 14 settembre I1994, n. 741 e successive modificazioni)

Il Presidio è aperto dal Lunedì al Venerdì in orario 8:00 - 18:00.


Le Terapie

Una panoramica delle terapie e dei trattamenti effettuati presso il Centro Fisiomass.

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Laser Terapia CO2

Laser significa amplificazione della luce attraverso l’emissione stimolata di elettroni.
Ogni apparecchio contiene un mezzo attivo che può essere solido, liquido o gassoso.Gli atomi di questa sostanza vengono colpiti da un fascio di elettroni e si eccitano, a loro volta emettono altri fotoni per tornare allo stato di riposo.

La caratteristica del laser è l’amplificazione dell’energia che arriva ad un alta intensità su una superficie molto piccola.
I laser si classificano in base alla potenza, ad esempio quelli a elio-neon o diodo semiconduttore sono a bassa potenza o soft-laser, mentre altri come ad esempio quelli Yag o CO2 sono ad alta potenza o power-laser. Rispetto alla Tecar terapia in cui l'energia è endogena cioè proviene dall'interno, il Laser trasmette energia dalla macchina, con l'obiettivo non di "scaldare" bensì di eliminare il dolore o fastidio e di ridare alla cellula l'equilibrio perso a causa di traumi o di usura.

Gli effetti del laser sono: antalgico, antinfiammatorio, biostimolante e decontratturante. E' una terapia particolarmente indicata in:
- Traumatologia sportiva - per trattare contratture, lesioni muscolari, distorsioni, fratture
- Patologie tendinee - per trattare tendiniti, borsiti, tenosinovite.
- Reumatologia ortopedica - per trattare artrosi, gonartrosi, artrite reumatoide spondilite anchilosante,sindrome di Barrè, cervico-rachialgie, lombosciatalgie, epicondilite, periartrite scapolo omerale, coxartrosi, fibromiositi.
- Dermatologia - contro infiammazioni o flogosi, edemi, ulcere, piaghe, ustioni, cellulite, acne.

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La riabilitazione

La riabilitazione funzionale si ottiene attraverso lo sviluppo di tre fasi principali: la mobilizzazione passiva, quella attiva assistita e la mobilizzazione attiva, cioè effettuata direttamente dal paziente in presenza ma senza l'aiuto del terapista.
La mobilizzazione passiva consiste nel movimento di un articolazione in tutte le direzioni possibili senza contrazione muscolare da parte del paziente.
E' meglio non forzare troppo le articolazioni rigide e con movimento limitato perché questo produrrebbe molto dolore al paziente e una riacutizzazione dei sintomi.
Quando si cerca di mobilizzare delle articolazioni dolorose è difficile far rilassare i muscoli del paziente, quindi un movimento lento è più indicato rispetto ad uno veloce.

Quando serve la mobilizzazione passiva?
Nella maggior parte dei casi si utilizza quando il movimento di un articolazione è limitato a causa per esempio di un intervento chirurgico, di una grave infiammazione o spasmo muscolare (torcicollo).
Nella fase post-operatoria di trapianto del crociato anteriore, la mobilizzazione passiva precoce e il carico completo in stazione eretta entro il primo mese, hanno ridotto la percentuale di complicanze come rigidità o gravi ipotrofie muscolari e favorito la fissazione del neo-legamento.
Nei pazienti allettati a causa di patologie gravi serve per tenere libere le articolazioni, oltre a prevenire aderenze e retrazioni.

Quali sono gli effetti biologici della mobilizzazione passiva?
Le cellule perisinoviali fanno parte della membrana sinoviale, cioè una struttura articolare che secerne liquido lubrificante necessario per avere un movimento fluido e non doloroso.
La mobilizzazione passiva stimola la secrezione del liquido sinoviale.
I muscoli contratti dal paziente come mezzo di difesa si rilassano parzialmente, si allungano i tessuti molli retratti , migliora la circolazione sanguigna e soprattutto il nutrimento del tessuto cartilagineo.
Il dolore diminuisce, soprattutto nei pazienti in fase acuta post-intervento e post infortunio.

Per la riabilitazione della spalla gli esercizi devono essere eseguiti lentamente e sotto controllo del movimento.

La riabilitazione della spalla ha lo scopo di recuperare flessibilità, forza, resistenza, propriocettività e funzionalità dell'arto alterato a seguito di un trauma o di un'altra patologia.

Patologie della spalla e relative riabilitazioni:
- sindrome da conflitto e tendiniti: la riabilitazione prevede terapie con ultrasuoni, TENS, tecar o laserterapia più i relativi esercizi di riabilitazione;
- lesioni o rotture della cuffia della spalla: la riabilitazione prevede una prima fase di mobilizzazione passiva in cui il fisioterapista eseguirà la mobilizzazione del braccio ed insegnerà al paziente a muovere la spalla operata con l’aiuto della spalla sana, vi è poi una seconda fase in cui si prevede il miglioramento della forza dei vari gruppi muscolari ed infine nella terza fase della riabilitazione si va a completare il recupero funzionale della spalla integrando il movimento con la forza e ristabilendo la coordinazione del movimento.
- lussazione e instabilità della spalla: si valuta come sempre il caso da paziente a paziente ma di norma si può dire che la riabilitazione passa attraverso tre fasi: nella prima fase, dopo un periodo di immobilità, si procede al recupero del movimento della spalla (dando importanza alla postura corretta ed al mantenimento del tono muscolare), nella seconda fase sono previsti esercizi di rinforzo dei muscoli lontani dalla spalla (toracici, addominali, lombari e degli arti inferiori) e si inizia a recuperare la propriocettività, nell'ultima fase si recupera tutta la sequenza di movimenti che avvengono durante la vita quotidiana e sopratutto nell’attività sportiva.

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Tecar® - terapia

Curare il corpo sfruttando le nostre energie interne e i naturali meccanismi di auto–rigenerazione di tessuti e muscoli. Questo il principio fondamentale di tutta la filosofia che ruota intorno al mondo della TecarterapiaTM. Un innovativo strumento che permette di recuperare la piena funzionalità della nostra persona partendo dalla consapevolezza che, creata come una “macchina” quasi perfetta, poco vada aggiunto di artificiale o estraneo al nostro organismo.

Dal recupero post-operatorio ad interventi ortopedici o fratture, per una rapida ripresa della mobilità e il ripristino del tono muscolare e della funzionalità dei legamenti, alla cura degli strappi, contusioni, mal di schiena o tutte le più diffuse patologie a carico dell’apparato osteo-muscolare, sia conseguenza di pratiche sportive o della “comune” vita di tutti i giorni, la TecarterapiaTM offre così veloci e concrete soluzioni di recupero.

Per capire un po’ meglio il suo funzionamento iniziamo col dire che la TECAR®, abbreviazione di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, è uno strumento che, come detto, produce nell’organismo la riattivazione dei naturali meccanismi riparativi e anti-infiammatori, senza proiezione di energia diretta dall’esterno.

Questo può accadere grazie all’applicazione, per la prima volta ai tessuti biologici, del principio fisico del condensatore, per attrarre o respingere alternativamente delle cariche all’interno del tessuto, sollecitandolo con un’azione che non presenta inutili dissipazioni di energia. L’efficacia della Tecar® si basa quindi sulla possibilità di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, senza alcuna somministrazione dall’esterno, ma inducendo dall’interno delle correnti di spostamento attraverso il movimento alternato (500.000 volte al secondo) delle cariche elettriche, sotto forma di ioni, sono i costituenti essenziali di ogni substrato biologico.

Una volta valutata l’area da trattare e la sensibilità del paziente, la TecarterapiaTM viene eseguita in modo semplice e sicuro. Associata a massaggi manuali e facilitata nella sua azione da una crema conduttiva, agisce attraverso vari tipi di piastre-elettrodi di differenti dimensioni che producono solo un lieve calore sulla parte interessata. La loro grandezza è in funzione del tessuto o della zona trattata, con una seduta che varia dai venti ai trenta minuti, con livelli energetici che vengono regolati e personalizzati, in base alle caratteristiche della persona, con variazioni nella medesima sessione. Questo permette al terapista di raggiungere risultati notevoli sia nel trattamento di patologie in fase acuta che quelle in stato cronico, favorendo inoltre i processi di cicatrizzazione o la risoluzione di stati irritanti che impediscono la ricostruzione dei tessuti connettivi, apportando un azione calmante anche sul sistema nervoso vegetativo.

La TecarterapiaTM offre quindi il vantaggio di ottenere risultati in profondità, incrementando la temperatura dall’interno verso l’area di applicazione, senza che la cute sia attraversata da alcuna forma di energia, ottenendo un trattamento omogeneo e focalizzato, escludendo quelle zone dove vi siano controindicazioni, e con la totale innocuità anche in presenza di protesi o mezzi di sintesi. Tutto questo sfruttando il principio del condensatore dove il corpo umano rappresenta l’armatura, grazie allo spostamento delle cariche elettriche, si attiva calore endotermico, con aumento delle trasformazioni energetiche endocellulari (ADP in ATP), microiperemia capillare e precapillare indotta dalla necessità di O2, aumento della permeabilità della membrana cellulare con fenomeni di degranulazione dei recettori specifici, incremento della temperatura interna nella zona controllata dall’elettrodo isolato, quindi vi è un iperafflusso ematico, vasodilatazione, aumento del drenaggio linfatico, aumento della permeabilità di membrana, incremento dell’apporto di O2 e di sostanze nutritizie ed il drenaggio dei radicali liberi e delle tossine.

Il tutto porta alla riduzione dei tempi di recupero in tutte le contratture muscolari e antalgiche, con una naturale azione analgesica, sedativa, di stimolazione e rigenerazione dei tessuti, vasomotoria.

Una vasta gamma di risultati raggiunti grazie alla caratteristica principale della TecarterapiaTM associare due modalità di funzionamento: Capacitiva e Resistiva, che agiscono in modo selettivo e complementare. La prima agisce specificatamente su muscoli, sistema vascolare e linfatico; la seconda sui tessuti di maggiore resistenza come ossa, cartilagini e grossi tendini, che, per loro natura, sono altrimenti caratterizzati da una scarsa reattività agli effetti di biostimolazione. Non va poi dimenticata la funzione preventiva e defaticante del trattamento Tecar® capace di migliorare l’efficienza muscolare e diminuire l’incidenza di eventi traumatici. La migliore ossigenazione rende infatti i muscoli più elastici e reattivi, mentre la maggiore capillarizzazione che ne consegue porta ad una maggiore potenza muscolare.

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Magnetoterapia

La magnetoterapia è una terapia che si avvale dei campi magnetici ottenuti dai magneti nella cura di svariate patologie,per il mantenimento del benessere fisico.

La magnetoterapia fa uso di campi magnetici a bassa intensità che agendo sulle cellule del corpo dell'uomo sono in grado di ripristinare le funzioni biologiche: solitamente essa usufruisce di magneti per così dire statici che non risultano provvisti di un forte campo magnetico.

A parere dei terapeuti gli atomi di ferro presenti nei globuli rossi possono reagire al magnetismo e il flusso del sangue di un individuo può essere accresciuto da un magnete sul suo corpo così da incoraggiare il metabolismo e garantire maggiore ossigeno alle cellule.

Recenti studi hanno evidenziato che stimolare il cervello attraverso tale tecnica può dimostrarsi efficace nella cura delle malattie depressive e che i campi elettromagnetici hanno un peso nella terapia contro l'osteoporosi; ecco il motivo per il quale vengono utilizzati a livello mondiale i campi elettromagnetici per osteggiare fratture alle ossa.I campi magnetici infatti interagendo con le cellule consentono di riacquistare una condizione di equilibrio, stimolando gli ioni Calcio a 'migrare' all'interno dei tessuto delle ossa così da rinforzare la massa ossea e rimediare alle fratture.

Scopi Terapeutici

La magnetoterapia si rivela un efficace trattamento per diversi scopi terapeutici:
- le malattie reumatiche e articolari quali tendiniti o artrosi, lombalgie, artrite reumatoide, problemi alla cervicale, disturbi di tipo infiammatorio o neuriti, fratture,epicolinditi, ustioni, osteoporosi, nevralgia del trigemino.
- prende parte alla riparazione dei tessuti e dà stimolo alla difesa naturale dell'organismo umano.

L'obiettivo della magnetoterapia è quello di sconfiggere o per lo meno di alleviare tutti quei problemi legati alla circolazione linfatica e del sangue, ma anche allo stress e al metabolismo cellulare; poche le controindicazioni se non in casi particolari verso i quali bisogna porre la dovuta attenzione (gravidanze, disturbi al cuore, portatori di pacemaker,placche metalliche di vecchia generazione ed epilessia).

L'effetto terapeutico sarà visibile su buona parte del corpo del paziente che riscontrerà miglioramenti sulla salute fisica ed emotiva; mediante l'applicazione del magnete sulle parti interessate, l'organismo verrà rafforzato e saranno favoriti il riposo, il sonno e il rendimento fisico a scapito dello stress.

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Elettroterapia TENS

TENS Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation ossia Elettrostimolazione nervosa transcutanea.

Nel tens la prima cosa da sapere è che ci sono tre tipi di correnti elettriche che sono usate per la terapia dei disturbi muscolo-scheletrici.

La terapia TENS si basa sull'applicazione, per mezzo di elettrodi, di correnti appropriate i cui microimpulsi eccitano solo le fibre nervose della sensibilità tattile situate sotto la pelle.

Praticamente gli elettrodi vengono posti a livello della zona dolorante e coprono la maggior estensione possibile di pelle al di sopra della zona interessata.

L'elettroterapia TENS ha un effetto antalgico attraverso la stimolazione selettiva dei nervi periferici da parte di impulsi elettrici.

La TENS è indicata in numerose patologie come nei dolori radicolari (rachialgie, sciatalgie e cruralgie), nelle nevralgie post-erpetiche, nell'artrite reumatoide, nell'artralgie e mialgie localizzate; è importante ricordare che la terapia TENS è controindicata per i pazienti portatori di pace-maker, durante la gravidanza, per la stimolazione peri-cardiaca e con qualsiasi allergia accertata alla corrente.

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La massoterapia

La massoterapia ha una larga applicazione non solo nelle cure dei traumi e delle malattie, ma anche nella eliminazione della fatica per aumentare le capacità recupero e di lavoro degli atleti.

Il massaggio ha un’azione diretta locale e meccanica ed una indiretta generale che influisce sul sistema nervoso e vegetativo.

Sulla cute il massaggio produce una riduzione dello strato corneo, una migliore vascolarizzazione e un miglior trofismo, migliora l’elasticità, aumenta le funzioni specifiche ( persfiiratio, secrezione sebacea ), facilita la penetrazione di sostanze, produce una vasodilatazione di tipo attivo con conseguente arrossamento, migliora la sensibilità propriocettiva, dolorifica ( aumento delle soglie per adattamento dei recettori allo stimolo ) e calorica ( sensazione di calore per la sollecitazione dei recettori calorici ).

Sulla circolazione il massaggio ha un effetto prevalente sul circolo di ritorno, poco sui capillari. Infatti sulle vene basta la pressione da sfregamento per migliorare la “vie a tergo” ( forza di spinta ); in via riflessa la contrazione modesta aumenta il tono delle vene e migliora la circolazione arteriosa.

Sui vasi linfatici il massaggio ha un effetto favorevole, favorendo la rimozione dei cataboliti e migliorando l’apporto di metaboliti nuovi con miglior trofismo dei tessuti.

Si tenga anche presente l’azione vasodilatatrice a livello delle arteriole in seguito all’incremento di sostanze instaminosimili prodotte da emastociti.

Migliorando la circolazione il cuore lavora in vantaggio: aumenta la gittata per aumento del circolo di ritorno, diminuisce la frequenza, e si abbassano le resistenze sia dei grossi vasi che dei capillari.
Sul tessuto muscolare, il massaggio aumenta il trofismo e la capacità di recupero in quanto il muscolo essendo riccamente vascolarizzato ed innervato trae beneficio dalle stimolazioni meccaniche che ne migliorano la reattività,( fenomeno del riflesso di tipo assonale ) il tono (fenomeno riflesso a livello centrale),

La circolazione migliorata, permette di agire positivamente sulla fatica grazie al deflusso dei cataboliti acidi e all’apporto di ossigeno che affluisce ai capillari.

Sul sistema nervoso il massaggio agisce soprattutto sul dolore con effetto sedativo; lo scorrere delle manovre in modo calmo e continuo, determina un effetto rilassante per azione diretta sui fusi muscolari conseguente alla riduzione del tono.

L’effetto migliore del massaggio è quindi quello rilassante che ha effetto sedativo e cinestesico coinvolgendo l’aspetto psichico. Tale aspetto è in stretta dipendenza dal rapporto che si instaura col terapista e l’ambiente.

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Il linfodrenaggio

Il Linfodrenaggio consiste in una tecnica manuale applicata sul corpo del paziente usando tocchi, movimenti circolari o a pompa che attraverso la pressione dei tessuti consente alla linfa di circolare in modo migliore favorendo una maggiore vascolarizzazione sanguigna che permette un allontanamento delle scorie e assicurando anche l’apporto di nuovi elementi nutritivi.

Questo massaggio terapeutico ha effetto analgesico, immunologico, tonificante e drenante ed è indicato soprattutto nei trattamenti di edemi post-operatori, post-traumatici, nel trattamento di malattie reumatologiche.

Il linfodrenaggio è controindicato nei casi di neoplasie , trombosi, tubercolosi infettiva, infezioni in fase acuta.

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Ultrasuoni

Il principio d’uso degli ultrasuoni si basa sull’interazione che si produce tra gli ultrasuoni e i diversi tessuti che essi attraversano: la pelle, il grasso, i muscoli, i tendini, le capsule, le ossa, ecc.

L’effetto terapeutico degli ultrasuoni sul tessuto da trattare dipende dalle caratteristiche istologiche del tessuto stesso, dalla natura e dallo spessore dei tessuti intermedi e dalle caratteristiche del fascio di ultrasuoni.

Gli effetti degli ultrasuoni:
- TERMICO : l’energia sonora trasmessa si trasforma in energia termica, questo effetto è prevalentemente marcato in profondità e produce effetti benefici dell’aumento della temperatura( effetto antalgico,riduzione delle capsule articolari, vasodilatazione, ammorbidimento delle strutture aponeurotiche)
- BIOLOGICO: gli ultrasuoni producono un oscillazione delle molecole che genera la formazione di micro bolle di cavitazione. Queste inducono un effetto di stress microtraumatico benefico sui tessuti induriti, sulle localizzazioni infiammatorie, sugli accumuli di calcificazioni locali, sugli ematomi o ancora sulle zone fibrose.
- FONOFORESI: gli ultrasuoni aumentano la permeabilità della pelle ed esercitano una pressione di radiazione che favorisce la penetrazione delle sostanze medicamentose nei tessuti profondi.

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Le onde d'urto radiali (o balistiche)

“Nei sistemi ad onde d'urto balistiche l’onda d’urto viene generata mediante uno speciale manipolo a forma di pistola la cui canna è chiusa all’estremità da un tappo metallico contro il quale viene lanciato, mediante aria compressa a 4-5 bar di pressione, un proiettile d’acciaio. Dalla collisione si genera un’onda d’urto che, attraverso il tappo metallico, si diffonde espandendosi radialmente nella cute e nel primo strato sottostante di tessuto.”
fonte: http://www.ondedurto.org

”Come agiscono Il meccanismo d’azione delle onde d’urto sui tessuti viventi (osso, muscolo, tendini, legamenti) è profondamente diverso da quello esercitato su strutture “non vitali” ed inerti, come i calcoli renali. I calcoli renali sono infatti concrezioni calcifiche, molto dure, che, investite dalla forza meccanica dell’onda d’urto (per opportune energie), letteralmente, si frantumano ed a poco a poco si sgretolano, per essere poi, nella maggior parte dei casi, espulsi come frammenti. I tessuti viventi, invece, quando vengono attraversati dall’onda d’urto (anche in questo caso, utilizzando livelli di energia adeguati per sede di trattamento ed effetto terapeutico desiderato), non si frantumano come […] i calcoli renali, né subiscono lesioni, bensì una sorta di benefico “micro-idromassaggio”, in grado di promuovere una serie di reazioni biochimiche e cellulari, responsabili, in ultima analisi, dell’effetto terapeutico. E le stesse formazioni calcifiche, che spesso si riscontrano in sede di tendini e legamenti infiammati, non sono paragonabili per consistenza e composizione, ai calcoli renali; anche nel caso delle calcificazioni tendinee, il meccanismo che può portare alla loro scomparsa, dopo trattamento con onde d’urto (comunque non nella totalità dei casi trattati), non è legato ad un’azione meccanica diretta (di “rottura”), bensì ad un loro scioglimento, per attivazione di processi biochimici locali. Gli studi clinici e sperimentali degli ultimi anni sono stati rivolti a capire il meccanismo sorprendente per cui da una stimolazione puramente meccanica (onda d’urto) si possano ottenere effetti biologici. Tali effetti biologici (antinfiammatorio, antidolorifico, antiedemigeno, e di incremento della vascolarizzazione locale, così come dei processi di riparazione tissutale), sarebbero legati all’attivazione di specifiche catene enzimatiche, nonché alla produzione di specifici mediatori e fattori di crescita, responsabili, in ultima analisi, degli effetti terapeutici.”
fonte: http://www.usl2.toscana.it

Ottimi risultati
I risultati di questa terapia, ampiamente documentati dalla letteratura scientifica internazionale, oltre che dalla pratica clinica quotidiana, hanno contribuito alla sua diffusione ormai in tutto il mondo. Questa metodica si rivela infatti estremamente efficace, soprattutto per quei pazienti che non hanno ottenuto successo con altre terapie conservative (mediche, farmacologiche e/o fisioterapiche), o addirittura con intervento chirurgico. L'evoluzione delle tecnologie ha messo a disposizione macchinari (i litotritori) sempre più sofisticati, in grado di colpire come un bersaglio l'area interessata, con un fuoco estremamente preciso. Questo consente di lavorare con estrema selettività anche su aree molto piccole ed in prossimità di strutture anatomiche importanti (quali vasi e nervi).”

”I sistemi balistici possono essere utilizzati da operatore non Medico (fisioterapisti) e vengono utilizzati soprattutto per la terapia del dolore. Le onde d'urto, quelle focalizzate sono invece di assoluta pertinenza medica e possono essere applicate solo da personale medico specializzato.”
fonte: http://www.ondedurto.org

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SIRIO - Dispositivo per la terapia a ultrasuoni a bassa frequenza

SIRIO è un dispositivo generatore di ultrasuoni a bassa frequenza finalizzato al trattamento di numerose patologie che affliggono il sistema muscolo scheletrico. Il cuore dello strumento è costituito da un generatore d’onda sinusoidale che pilota i trasduttori piezoelettrici dei manipoli di trattamento. I movimenti oscillatori generati dai trasduttori stimolano i tessuti incrementando l’attività dei sistemi circolatorio e linfatico. Tale stimolazione biologica accelera la risoluzione delle patologie.

La caratteristica che distingue il generatore di bassa frequenza a 38 KHz è la capacità di produrre un effetto diatermico e cavitazionale, con capacità di stimolare i tessuti più in profondità rispetto ai più diffusi ultrasuoni a 1/3 MHz.

Con un unico strumento è infatti possibile ottenere contemporaneamente effetti diversi, quali:

- Onda d’urto: l’onda d’urto piezoelettrica è a tutti gli effetti un ultrasuono a bassa frequenza,(20/30khz) il cui scopo è quello di attivare l’autoriparazione dell’organismo, favorendo la rivascolarizzazione della zona compromessa (calcificazione) tramite una pressione acustica ad alta intensità, che attraversando il tessuto agisce sulla problematica.

- Diatermia: pilotando il piezoelettrico con forma d’onda tipo sinusoidale, sprigioniamo una pressione acustica di circa 140 volte maggiore di un ultrasuono classico, (la pressione acustica è legata alla frequenza di emissione, più è alta la frequenza meno pressione acustica abbiamo a disposizione e viceversa) che per effetto meccanico anziché elettrico, permette di sviluppare calore a una profondità maggiore sui tessuti danneggiati rispetto ad una Tecar/Rf.

- Atermia: utilizzando trasduttori diversi in dotazione e agendo sulla regolazione della potenza, è possibile ottenere effetti meccanici in atermia, indicato per tutte quelle patologie dove il calore non è consigliato.

Indicazioni terapeutiche
- Artropatie: Artriti, Artrosi, Capsulite adesiva
- Calcificazioni: Muscolare, Tendinea, Osteofitosi
- Dolori Miofasciali: Trigger Point, Tender Point
- Tendinopatie: Borsite, Fascite, Tendinite, Tendinosi
- Distrazioni Muscolari: Elongazioni, Contratture, Fibrosi
- Distrazioni TLE: Tendinee, Legamentose, Ematomatose
- Dermatologia: Linfedemi e Lipoedemi


Le Patologie

Una panoramica di alcune delle principali patologie o problematiche sulle quale possiamo intervenire presso il Centro Fisiomass.

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La Pubalgia

La pubalgia è una patologia riscontrabile sovente negli sportivi; in particolare modo nei giocatori di calcio, in coloro che praticano la scherma, il basket, la corsa ad ostacoli, l'hockey su ghiaccio, la pallanuoto etc..

La pubalgia è una sindrome dolorosa che interessa la regione addomino-pubo-crurale con quadri clinici anche molto diversi tra loro, è altresì considerata una patologia da sovraccarico cioè causata da microtraumi ripetuti nel tempo e da allenamenti in condizione di affaticamento dello sportivo, da patologie muscolari e tendinee, patologie ossee e articolari o da patologie infettive e tumorali.

Il dolore nella pubalgia nella sua forma medio-lieve è localizzato all'inguine e/o sul pube e/o all'interno della coscia, in genere si presenta al mattino nel momento del risveglio e nei primi minuti degli esercizi fisici per poi scomparire con il riscaldamento muscolare.Progredendo nelle fasi della patologia il dolore tende ad aumentare soprattutto negli scatti e nei bruschi scambi di direzione.

Si possono distinguere tre forme di pubalgia:
- “la sindrome retto-adduttoria” è caratterizzata da un'infiammazione cronica nel luogo di inserzione sul pube dei muscoli addominali e dei muscolo adduttori. Il pube infatti è il centro in cui confluiscono notevoli tensioni muscolari sia dall'alto (muscoli addominali) che dal basso (muscoli adduttori) le quali si trovano ad agire su uno spazio esiguo, per queste motivazioni il pube diventa frequentemente luogo di patologia da sovraccarico.
- “la sindrome sinfisiaria” è causata da ripetuti microtraumi che a loro volta causano il cedimento parziale della sinfisi pubica (formazione fibro-cartilaginea posta tra i due emibacini). Il cedimento della sinfisi pubica causa a sua volta la sua instabilità e quindi ne deriva un disequilibrio del bacino.
- “la sindrome della guaina del retto femorale” o “sindrome del nervo perforante del retto addominale nel calciatore” causata da una fissurazione della fascia superficiale addominale che a sua volta causa lo stiramento del nervo perforante.

Per evitare la cronicizzazione della patologia è bene intervenire subito con:
- Il riposo per alcune settimane
- Il trattamento farmacologico antinfiammatorio locale e sistemico
- Sedute di laser - terapia
- Massoterapia ed esercizi di stretching degli adduttori e di riequilibrio del bacino.

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L'Osteoartrite

Osteoartrite è una parola deriva dal greco osteo (osso), artro (articolazione) e ite (infiammazione).

Ma "infiammazione dell'articolazione delle ossa" non è una definizione precisa dell'osteoartrite, in quanto la sua caratteristica più importante è il dolore, non l'infiammazione.

Infatti, anche se quest'ultima è caratteristica di molte forme di artrite, essa non si ritrova nella maggior parte delle osteoartriti. Questo fatto può spiegare perché alcuni medici ritengono che il disturbo dovrebbe essere chiamato artrosi, che significa "malattia degenerativa delle articolazioni".

L'osteoartrite è soltanto una delle numerose malattie che colpiscono le articolazioni. Tuttavia è la forma più comune dell'artrite, che colpisce la cartilagine articolare, quella sostanza liscia, luccicante, bianco-azzurrina che riveste le estremità delle ossa (avete mai osservato o toccato il "manico" di una coscia di pollo? Quella è cartilagine articolare).

Oltre alla cartilagine articolare, l'osteoartrite (che si abbrevia in OA) colpisce anche parecchie altre zone interne e circostanti.

Il modo più corretto ed efficace di affrontare tale patologia è associare ogni volta terapia farmacologia (prescritta dal Medico) e fisioterapia.

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Le Distorsioni

Le lesioni distorsive dell’articolazione del ginocchio sono le evenienze traumatiche più comuni in ambito sportivo.
Sono molto diffuse nella pratica sportiva e, purtroppo, solo poche persone non hanno ancora conosciuto la cosiddetta “storta” più o meno grave.

Con il termine distorsione s’ intende un trauma per cui l’articolazione, viene sollecitata a compiere un’escursione superiore ai limiti fisiologici la quale causa una perdita parziale o temporale dei normali rapporti tra le superfici articolari.

Le lesioni a livello del ginocchio hanno un fattore molto importante, l’età e soprattutto l’attività sportiva; Difatti maggiore frequenza le possiamo riscontrare in persone giovani adulte, raramente nell’infanzia e nella vecchiaia e con maggiore incidenza a chi pratica un’attività sportiva. Le distorsioni si possono distinguere in: lieve cioè un elongamento dei legamenti che non sono però interrotti e piccolissime lacerazioni di alcuni fasci fibrosi, media-grave per cui si ha una lesione parziale o totale delle strutture articolari e\o periarticolari. I sintomi che la persona riconosce di solito sono: dolore nei punti d’inserzione dei legamenti o lungo il suo decorso, tumefazione dell’articolazione dovuta ad emartro e, a volte, instabilità nella deambulazione dalla lacerazione completa dei legamenti. Molte volte, purtroppo,le distorsioni vengono sottovalutate o curate male. Questo causa instabilità croniche che si sviluppano in alterazioni artrosiche le quali non consentono di svolgere le sue normali attività senza il “rischio” di una ricaduta.

I trattamenti più efficaci, ai quali tutte le persone con traumi distorsivi dovrebbero sottoporsi per recuperare al 100% la stabilità e ampiezza articolare sono:
- Laser CO2
- Tecar
- Riabilitazione propriocettiva

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Frattura dell'epifisi del femore

La frattura dell'epifisi distale del femore è causata generalmente da stress in varo-valgo accompagnato da rotazione o compressione sull'asse femorale praticamente le cause più frequenti sono incidenti d'auto o moto o cadute a ginocchio flesso.

Il trattamento tipico consiste nell'immobilizzazione del ginocchio in un'ingessatura. Mentre Il trattamento conservativo è messo in atto dall'applicazione di una trazione transcheletrica.

L'intervento chirurgico è richiesto nel caso in cui siano necessari mezzi di sintesi come viti, placche ecc...al fine di stabilizzare internamente i frammenti d'osso.

Anche in questo caso la ripresa dell'attività sportiva sarà consentita dopo un’adeguata rieducazione funzionale e potenziamento muscolare.

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Il colpo di frusta

Gli effetti del colpo di frusta (whip lash) sul bacino sono più o meno equivalenti a quelli che si verificano a livello cervicale: però quest'ultima regione è ricca di "sensori" estremamente importanti e determinanti per la vita di relazione. Ne consegue che una perturbazione della zona cervicale disturba molto di più della stessa perturbazione a livello del bacino.
Per quanto riguarda gli effetti neurologici molti autori si sono espressi in merito e a volte con pareri anche discordanti... Secondo alcuni il trauma da whip lash, colpo di frusta, determina uno squilibrio circolatorio del liquido cefalo-rachidiano soprattutto a livello del IV ventricolo. Secondo altri si verificano lesioni corticali. Altri ancora evidenziano un risentimento della massa cerebrale dell'effetto della tissotropia: la tissotropia è la proprietà che hanno alcuni gel di liquefarsi in seguito a scuotimento e di ritornare alla normalità una volta messi a riposo.
Nel caso del colpo di frusta, se il trauma non supera una certa entità il ritorno alla normalità è spontaneo; se invece l'insulto è forte, diventa difficile il ritorno alle condizioni normali.
Vi possono essere, poi, lesioni dei centri encefalici che gestiscono il ritmo sonnoveglia; alterazioni emotivo-affettive.

Nel caso di trauma fortissimo si può incorrere in :
- Coma ( più o meno profondo con implicazione della sostanza reticolare )
- Compromissione del fascicolo piramidale ( emiplegia )
- Compromissione dei nervi cranici (implicazione territoriale a seconda del nervo cranico coinvolto )
- Commozione cerebrale' perdita di coscienza/conoscenza
- Problematiche e relativi sintomi a livello di plesso cervicale e plesso brachiale

I sintomi sono molto differenziati:
-vertigini
-cefalea
-amnesie
-perturbazione sfera visiva o vestibolare
-nausea/vomito

Questi non dipendono solo dalla zona cervicale ma, ad essere precisi, sono direttamente conseguenti ad uno "spostamento di masse liquide". Alcuni pazienti lamentano gonfiore (soprattutto notturno) alle mani. Ciò può essere conseguenza della compressione del pacchetto pascolo-nervoso del cavo ascellare oppure, ma meno probabile, ad una compressione nervosa cervico-brachiale.

La compressione vascolo-nervosa del cavo ascellare è molto spesso causata dal muscolo piccolo pettorale (sindrome del piccolo pettorale di Caillet!). Per quanto riguarda la porzione cervicale si deve fare una precisazione: si parla di DISTRAZIONE CERVICALE quando vi è una netta predominanza della componente antero-posteriore del trauma.

Si parla invece di DISTORSIONE CERVICALE quando oltre alla componente sagittale si associa, nel trauma, anche una forte componente rotatoria.
Da un punto di vista nervoso nel primo caso ci sarà soprattutto un interessamento di tipo midollare; nel secondo caso saranno maggiormente interessate le radici.I tests posturologici che si devono effettuare nel paziente che ha subito un colpo di frusta trovano motivazione nel fatto che alla base del collo ci sono molti recettori sensoriali così come a livello articolare tra le vertebre cervicali. Questi recettori informano il cervelletto e la corteccia circa la postura e la posizione del capo rispetto al collo.
II colpo di frusta determina una rettilineizzazione della porzione cervicale e dunque una alterazione della scarica "informativa" di questi recettori. Di solito il paziente riferisce sensazioni di mal di testa e vertigini. Il mal di testa è dovuto all'interessamento, nel trauma, del nucleo sensitivo principale del trigemino. Questo è molto grande e arriva ad "invadere" il midollo cervicale.

Inoltre il colpo di frusta scatena una ipertonia della muscolatura suboccipitale e quindi un aumento della tensione (spasmo) della muscolatura esterna che avvolge il cranio.
Per quanto riguarda la sensazione di vertigine o la mancanza di equilibrio si ricordi che il centro dell'equilibrio è situato a livello del Temporale. Utricolo e sacculo rispondono alla variazione della posizione del corpo nello spazio soprattutto del capo rispetto al collo. Da ciò risulta evidente che è di fondamentale importanza la valutazione della cinetica delle ossa temporali! La rettilineizzazione cervicale porta il capo in una posizione diversa da quella che precedentemente era la normalità.
Però la necessità primaria di riportare la linea bipupillare in linea con l'orizzonte stimola la muscolatura posturale a rimettere il capo in una posizione orizzontale. Da ciò l'ipereccitazione della muscolatura suboccipitale che è estremamente ricca e densa di fusi neuromuscolari (quasi come una mano ) e quindi altamente sensibile ad ogni minima variazione della posizione del capo nello spazio. I disordini posturali in seguito a colpo di frusta vengono messi in evidenza non tanto nella dinamica, quanto invece nella postura statica del soggetto.
Ancora più evidenti risulteranno facendo chiudere gli occhi al paziente e diminuendogli la base di appoggio (tenere i piedi ravvicinati). Altra zona di importanti informazioni posturali è la porzione lombare e relativi muscoli posturali lombari. In seguito ad un colpo di frusta, da questa zona molte informazioni afferenti e generalmente eccitatone arrivano alla componente cranio-cervicale e da qui a livello di cervelletto e di corteccia.

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Protesi del Ginocchio

In un ginocchio normale le superfici articolari scivolano senza attriti in quanto la cartilagine articolare ricopre le estremità della tibia e del femore. L’artrosi incomincia a manifestarsi quando la cartilagine del ginocchio si rovina. Il danno cartilagineo può causare dolore, rigidità, blocchi articolari e limitazione dell’articolarità.
Il ginocchio possiede tre compartimenti che possono essere interessati dall’artrosi in modo singolo o globale. In caso di alterazioni artrosiche che interessano solo una parte del ginocchio, può essere indicato l’intervento di osteotomia o di protesi monocompartimentale (UNI). L’osteotomia può essere appropriata in caso di età fino ai 60 anni, in persone attive o soprappeso.
La protesi UNI può essere appropriata oltre i 60 anni in persone non soprappeso e relativamente sedentarie. Inoltre, per sottoporsi ad intervento di protesi UNI, il ginocchio deve avere il legamento crociato anteriore intatto, nessun danno agli altri compartimenti, né calcificazioni o malattie infiammatorie; la protesi UNI allevia il dolore e può differire la necessità di una protesi totale. La protesi UNI permette una minore incisione, un minor sanguinamento, una durata del ricovero minore ed una guarigione più veloce con un minor sacrificio osseo rispetto ad una protesi totale.
La protesi UNI non comporta l’asportazione dei legamenti e non interferisce con il tendine del quadricipite permettendo un miglior recupero della forza del quadricipite. Le componenti protesiche metalliche ed in polietilene che riproducono la forma e la funzione del ginocchio sano vengono fissate con cemento alle estremità della tibia e del femore; una protesi UNI può, in futuro, essere sostituita con una protesi totale quando i danni dell’artrosi coinvolgono tutto il ginocchio.

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La Spalla

Per la riabilitazione della spalla gli esercizi di riabilitazione devono essere eseguiti lentamente e sotto controllo del movimento. La riabilitazione della spalla ha lo scopo di recuperare flessibilità, forza, resistenza, propriocettività e funzionalità dell'arto alterato a seguito di un trauma o di un'altra patologia.

Patologie della spalla e relative riabilitazioni:
- nel caso di sindrome da conflitto e tendiniti la riabilitazione prevede terapie con ultrasuoni, TENS, tecar o laserterapia più i relativi esercizi di riabilitazione;
- nel caso di lesioni o rotture della cuffia della spalla la riabilitazione prevede una prima fase di mobilizzazione passiva in cui il fisioterapista eseguirà la mobilizzazione del braccio ed insegnerà al paziente a muovere la spalla operata con l’aiuto della spalla sana, vi è poi una seconda fase in cui si prevede il miglioramento della forza dei vari gruppi muscolari ed infine nella terza fase della riabilitazione si va a completare il recupero funzionale della spalla integrando il movimento con la forza e ristabilendo la coordinazione del movimento.
- nel caso di lussazione e instabilità della spalla si valuta come sempre il caso da paziente a paziente ma di norma si può dire che la riabilitazione passa attraverso tre fasi: nella prima fase, dopo un periodo di immobilità, si procede al recupero del movimento della spalla (dando importanza alla postura corretta ed al mantenimento del tono muscolare), nella seconda fase sono previsti esercizi di rinforzo dei muscoli lontani dalla spalla (toracici, addominali, lombari e degli arti inferiori) e si inizia a recuperare la propriocettività, nell'ultima fase si recupera tutta la sequenza di movimenti che avvengono durante la vita quotidiana e sopratutto nell’attività sportiva.

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Meniscectomia artroscopica

Il menisco è una struttura cartilaginea, a forma di “C”, deputata ad assorbire il carico del corpo e proteggere l’articolazione dagli stress del movimento. Sono due, mediale e laterale, in ciascun ginocchio.

La rottura meniscale è dovuta generalmente ad un movimento anomalo del ginocchio, talvolta anche a ripetuti accovacciamenti.

Le lesioni meniscali alterano il movimento delle superfici articolari causando dolore, gonfiore, blocco o sensazione di cedimento.

Queste lesioni non guariscono spontaneamente e richiedono l’intervento chirurgico artroscopico per riparare o rimuovere in modo selettivo la parte del menisco rotto (meniscectomia parziale).

Dopo l’intervento si deve muovere il ginocchio e camminare usando le stampelle per qualche giorno, inoltre si devono iniziare gli esercizi di riabilitazione per il recupero del movimento articolare ed il potenziamento della muscolatura.

Rischi e complicazioni: la chirurgia meniscale artroscopica presenta un basso rischio di infezione, trombosi venosa e danno vascolare o nervoso; il menisco residuo o quello riparato possono rompersi nuovamente.

La Fibrolisi Diacutanea

“La fibrolisi diacutanea è una metodica utilizzata in ortopedia, reumatologia, fisiatria e medicina sportiva che si rivela utile e in alcuni casi indispensabile in situazioni morbose di difficile trattamento che interessano i tessuti molli e le fibrosi para e periarticolari.
Se applicata correttamente ha importanza anche ai fini diagnostici perché rende possibile percepire e localizzare con una palpazione profonda strumentale la presenza di formazioni fibrose nel contesto dei tessuti molli.
La fibrolisi si riferisce al riscontro di formazioni nodulari e addensamenti fibrosi dolenti alla pressione a livello di masse muscolari o di inserzioni tendinee.
A volte puo essere evidenziato un precedente trauma (contusioni, ematomi, stiramenti muscolari). “
fonte: “la fribolisi diacutanea “ dr. Mauro Cigolini

Tecnica: si basa sull’utilizzo di una serie di ganci o affini, che consentono uno spostamento dei piani cutanei e sottocutanei fino a livello muscolare, le aderenze a quel punto verranno individuate e lavorate con piccoli e veloci movimenti con pressioni diverse; al fine di ottenere una frammentazione del corpo fibroso.
Nel post seduta si può avvertire un incremento parziale del dolore che durerà poco tempo.

Indicazioni: principalmente aderenze, fibrosi, calcificazioni, contratture muscolari.

Contrindicazioni: presenza di fragilità capillare, disturbi della coagulazione, osteoporosi accentuata.

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La Cellulite

La cellulite è un problema non solo estetico. Spesso indicata con il nome di sindrome delle pelle a buccia d’arancia, si tratta di un accumulo di cuscinetti adiposi dall’aspetto sgradevole.
Si presenta principalmente a livello di cosce, glutei e addome e colpisce quasi il 90% delle donne.
La causa dell’effetto a cuscinetto è causata dalla perdita di elasticità della pelle, le sacche di grasso sottocutaneo si espandono nel tessuto connettivo. Ingrandendosi le cellule adipose si spingono contro vasi ematici e sistema linfatico, influendo sulla circolazione e causando un accumulo di tossine.
Oltre a cause biologiche, contribuisce la sua formazione anche uno stile di vita sedentario e una dieta inadeguata.

3 stadi della cellulite
Rigonfiandosi, i depositi di grasso non creano solo un aspetto a buccia d’arancia, ma compromettono anche il microcircolo ematico e linfatico, causando edema e la mancata eliminazione di tossine.
1. Stadio : - quando si preme la pelle è possibile vedere delle depressioni cutanee
2. Stadio : - Le depressioni cutanee sono visibili quando si sta in posizione eretta, ma non da sdraiata.
3. Stadio : - Le alterazioni della pelle sono evidenti sia da sdraiata che in piedi

Come agiscono le Onde d’urto a pressione radiale sulla cellulite
Si tratta di un trattamento non invasivo e delicato sulla pelle. Le O.U. emanano impulsi lievi che penetrano nelle fibre connettive femminili, stimolando il metabolismo tissutale e la circolazione sanguigna; in profondità raggiungono il grasso sottocutaneo stimolando un naturale processo di riparazione dell’attivazione cellulare e la proliferazione di cellule staminali frammentando le cellule adipose e migliorando il drenaggio linfatico.
Miglioramento circolazione sanguigna e drenaggio di tossine.
Stimolazione dell’attività cellulare che conferisce alla pelle un aspetto più tonico e liscio.


F.A.Q. - Domande frequenti

Come funziona il Presidio Sanitario: risposte alle domande più frequenti

Si, Il Centro Fisiomass è Presidio Sanitario autorizzato dall'ASL di competenza e rispetta tutte le norme di accessibilità, igiene, manutenzione, sicurezza, pubblicitarie ecc. All'interno dell'ambulatorio è disponibile un modulo per lasciare il proprio giudizio ed un commento al servizio.
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Per i pazienti che hanno necessità urgente di iniziare le terapie, generalmente si riesce a fissare un appuntamento entro il giorno successivo al primo contatto; occasionalmente può essere possibile anche il giorno stesso.
Il numero dei trattamenti necessari, varia a seconda del tipo di patologia e della reazione fisiologica del paziente ai trattamenti.
Il Presidio è aperto dal Lunedì al Venerdì in orario 8,30 - 18,30.
Il Presidio è dotato delle apparecchiature più all'avanguardia per affrontare i più svariati tipi di problematiche.
- Tecar
- Ultrasuoni
- Laser CO2
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